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31 ottobre 2025

I fondatori di Bending Spoons sono i nuovi miliardari italiani

La quota di Luca Ferrari vale 1,4 miliardi di dollari, quelle di Luca Querella, Francesco Patarnello e Matteo Danieli 1,3 miliardi
I fondatori di Bending Spoons sono i nuovi miliardari italiani

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I fondatori di Bending Spoons sono i nuovi miliardari italiani. Dopo l’ultimo round di finanziamento, che ha valutato l’azienda milanese 11 miliardi di dollari, il patrimonio dell’amministratore delegato, Luca Ferrari, è stimato da Forbes in 1,4 miliardi di dollari; quelli di Matteo Danieli, Luca Querella e Francesco Patarnello in 1,3 miliardi.

Ieri, giovedì 30 ottobre, Bending Spoons aveva annunciato di avere raccolto 710 milioni di dollari in un round guidato da fondi di T. Rowe Price Investment Management, con la partecipazione, tra gli altri, di Baillie Gifford, Cox Enterprises, Durable Capital Partners, Fidelity Management & Research Company, Foxhaven Asset Management e Radcliffe. Il giorno prima aveva comunicato l’acquisizione di Aol, che, secondo le stime di Bending Spoons, è uno dei dieci provider di posta elettronica più usati al mondo.

L’ascesa di Bending Spoons

Bending Spoons è nata a Copenaghen nel 2013, per poi trasferirsi a Milano. Ferrari, Danieli e Patarnello la crearono con quel che era rimasto – circa 40mila euro – di un finanziamento da 1 milione destinato alla loro prima startup, che non aveva avuto successo. Si chiamava Evertale e aveva come prodotto un diario che si scriveva da solo.

In un’intervista a Forbes Italia, Ferrari ha riassunto così il modello di business di Bending Spoons:  “Acquistiamo un’azienda tecnologica digitale, immaginiamo come dovrebbe essere per avere il massimo successo possibile nel lungo termine e lavoriamo per rendere questa visione una realtà. Lo facciamo anche quando per arrivare al risultato servono cambiamenti radicali. I prodotti che sviluppiamo e gestiamo sono eterogenei, ma gli strumenti che impieghiamo e i principi che seguiamo sono più o meno gli stessi. Abbiamo costruito un motore che ci aiuta a far andare più veloci automobili anche molto diverse tra loro”.

Shopping di app

Negli ultimi anni l’azienda ha compiuto una lunga serie di acquisizioni, come quelle di Brightcove, Evernote, komoot, Meetup, Remini, StreamYard e WeTransfer. Le due più importanti sono arrivate negli ultimi due mesi: prima quella di Vimeo, per 1,38 miliardi di dollari, poi quella di Aol, rilevata da Yahoo (a sua volta di proprietà di Apollo Global Management). Bending Spoons non ha rivelato il valore dell’operazione Aol, ma poche settimane fa l’agenzia Reuters l’aveva stimato in 1,4 miliardi di dollari.

È probabile che la campagna di acquisizioni continui. Questa settimana Bending Spoons ha fatto sapere anche di avere completato un pacchetto di finanziamento del debito da 2,8 miliardi di dollari. Soldi destinati sia all’operazione Aol, sia a ulteriori acquisizioni.

Un modello diverso

Come ha scritto Iain Martin su Forbes.com, è difficile accostare il modello di business di Bending Spoons a quello di altre aziende. Un paragone frequente è quello con i cosiddetti ‘buyout fund’, cioè quei fondi che acquistano aziende per renderle più efficienti e più redditizie. I buyout fund, però, di norma rivendono le aziende dopo pochi anni. Bending Spoons, al contrario, dichiara di voler detenere per sempre le aziende che compra, e finora non ne ha mai cedute.

Altri, scrive sempre Martin, hanno suggerito un parallelo con Constellation, una grande società canadese che possiede circa 500 aziende di software, fondata 30 anni fa dall’ex venture capitalist Mark Leonard. Constellation, però, è solita puntare su piccole realtà, che acquista in genere per cifre inferiori ai 5 milioni di dollari.

Il più grande unicorno italiano

Bending Spoons è una delle più grandi aziende private italiane ed è considerata uno dei soli tre unicorni del Paese (cioè startup con valutazione superiore al miliardo di dollari), assieme a Satispay e Scalapay. Se fosse quotata in Borsa, sarebbe fra le 30 aziende di maggiore valore in Italia. Ferrari ha fatto sapere a Forbes che la società prevede di chiudere il 2025 con 1,2 miliardi di dollari di ricavi.

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