Aston Martin DB5 1965
Business

L’ “italiana” Aston Martin può diventare cinese?

Aston Martin DB5 1965
rmsothebys.com: ph Simon Clay

Non sembra esserci pace per Aston Martin. La causa automobilistica britannica diretta da Andy Palmer potrebbe ancora una volta cambiare proprietà e battere bandiera cinese. Infatti, secondo quanto riportato negli ultimi giorni dal Financial Times, il colosso dell’estremo oriente Geely avrebbe già presentato un’offerta di acquisizione ai vertici di Aston Martin.

Nonostante sia sempre stato riconosciuto come un marchio sinonimo di ricchezza ed eleganza (non a caso nel mondo del cinema è famosa per essere la macchina di James Bond), Aston Martin è sempre più in crisi e non riesce a risollevarsi.

Tant’è che in una nota rilasciata qualche giorno fa, l’azienda automobilistica ha dichiarato che “le stime di margine operativo lordo per l’anno sono state ridotte a 130-140 milioni di sterline (inizialmente le previsioni erano di 200 milioni di sterline) e il margine sui ricavi è stato tagliato dal 20% al 12,5%-13,5% e le vendite sono scese del 7%. 

Ma non è tutto. Nella nota ufficiale Aston Martin ha anche rivelato che “rimarranno attive le discussioni con potenziali investitori strategici che possono o meno implicare un investimento azionario nella società”. 

Aston Martin: da ottobre 2018 perso il 73% in Borsa

Un altro fattore che attesta la crisi finanziaria della nota azienda automobilistica anglosassone è l’andamento in Borsa. Da quando è quotata, ossia dal 3 ottobre 2018, il titolo Aston Martin Lagonda ha ceduto ad oggi circa il 73%. Infatti se inizialmente il prezzo delle azioni era di 19 sterline, ad oggi invece si attesta a 4,5 sterline.

Un tonfo quindi che neanche Andrea Bonomi fino ad oggi è riuscito ad evitare. Infatti, a fine 2012 Investindustrial, fondo di private equity che fa riferimento proprio alla famiglia del finanziere italiano, ha acquistato per 190 milioni di euro il 37,5% della Aston Martin, diventandone azionista di riferimento. Va sottolineato che anche se il resto del capitale è rimasto in mano ai soci kuwaitiani (capeggiato dalla Investment Dar) e ai manager, Investindustrial dispone del 50% dei diritti di voto, quota che le assicura di fatto il controllo.

Geely: quali aziende controlla il gruppo cinese?

I scarsi risultati economici finora registrati da Aston Martin ovviamente non sono passati inosservati. Qui, secondo le indiscrezioni, entrerebbe in gioco Geely, il colosso cinese già proprietario di Volvo e Lotus, ma non solo. 

Fondato nel 1986 da Shu Fu Li, che ne è anche il presidente, il gruppo Geely con un investimento di 7,3 miliardi di euro, nel febbraio 2018 è diventato il principale azionista di Daimler AG, che controlla il marchio Mercedes, con una quota del 9,7% e nel marzo 2019  ha rilevato il 50% di Smart.

Le cifre dell’operazione sono ancora ignote, anche se un’indicazione economica ci sarebbe già. Infatti, secondo indiscrezioni di stampa, a fine 2019 Lawrence Stroll, il magnate canadese miliardario padre del pilota di F1 Lance Stroll, per aggiudicarsi – senza successo – una quota del 19,9% di Aston Martin aveva messo sul piatto circa 200 milioni di euro, ossia 230 milioni di euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .