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I marchi della moda che stanno contribuendo alla lotta contro Covid-19

Valentino finale fall-winter 20/21 (Courtesy Valentino)

Insieme al mondo della ristorazione, dell’automotive e della finanza, anche la moda internazionale sta facendo tanto per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso. Dalla riconversione degli stabilimenti tessili nella produzione di camici e mascherine alle cospicue donazioni agli ospedali, sono tante le aziende del lusso che in queste settimane stanno dando una grande prova di solidarietà.

Partiamo dalle più recenti. Per tutto il mese di aprile, il 10% delle vendite online dei marchi principali del gruppo OTB (Diesel, Maison Margiela, Marni) verrà devoluto alla Fondazione OTB (organizzazione no profit del gruppo impegnata nel sostenere aree del mondo in difficoltà attraverso iniziative a impatto sociale) e in particolare all’approvvigionamento e alla distribuzione di materiali di protezione per il personale medico e paramedico in prima linea nella lotta al virus, e di strumenti di supporto ai malati di centri e strutture ospedaliere minori.

Poi c’è Dior, che ha deciso di riaprire le porte del suo stabilimento Baby Dior a Redon, in Francia, per produrre mascherine protettive e contrastare così la diffusione del Covid-19. Come riporta WWD, nel visitare nei giorni scorsi la più grande fabbrica di produzione di mascherine del paese, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia dovrebbe produrre 10 milioni di maschere a settimana entro la fine di aprile.

Tra i primi a far sentire la propria voce figura il gruppo Armani che, dopo la donazione di 1 milione di euro per la Protezione Civile e gli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e lo Spallanzani di Roma, e la decisione di convertire tutti i propri stabilimenti italiani nella produzione di camici monouso, ha comunicato che i giocatori e l’allenatore della Pallacanestro Olimpia Milano rinunceranno a una parte del proprio stipendio per sostenere le strutture ospedaliere lombarde e che Olimpia Milano effettuerà una donazione di 1 milione di euro.

In prima linea anche Gucci: dopo le donazioni della controllante Kering in Cina, Italia e Francia e l’annuncio della produzione di oltre 1 milione di maschere e camici per il personale sanitario in risposta all’appello della Regione Toscana, il marchio della doppia G ha donato 1 milione di euro al Dipartimento della Protezione Civile e a livello internazionale 1 milione di euro al Covid-19 Solidarity Response Fund della Fondazione delle Nazioni Unite a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la campagna di matchmaking di Facebook. Nel frattempo, su richiesta della Regione Toscana si è mossa anche Prada,  avviando la produzione di 80mila camici e 110mila mascherine da destinare al personale sanitario della Regione.

Mario ed Enrico Moretti Polegato, rispettivamente presidenti di Geox e di Diadora, hanno donato poi 1 milione di euro a beneficio della Regione Veneto per contribuire alla gestione dell’emergenza sanitaria.

Oltre a Kering, un altro gigante del lusso, Lvmh, aveva deciso nei giorni scorsi di sospendere per alcune settimane la produzione di alcuni tra i suoi profumi per dedicarsi alla produzione di un gel disinfettante: i macchinari dell’azienda che controlla maison come Givenchy e Guerlain sono utilizzati in queste ore per realizzare un disinfettante battericida per le mani, da distribuire gratuitamente agli ospedali francesi impegnati a combattere il Covid-19.

Non si è dimenticata dell’Italia Uniqlo, brand globale di abbigliamento giapponese, che ha donato 1 milione di mascherine al comune di Milano e 400 piumini ai volontari che prestano servizio nella città meneghina. “Vogliamo ricambiare il caldo benvenuto e il sostegno che i milanesi hanno dimostrato a Uniqlo in questo suo primo anno a Milano, ed esprimere la nostra gratitudine prestando aiuto alla città sopperendo alla mancanza di mascherine di protezione”, ha detto Kohsuke Kobayashi, chief operating officer per l’Italia.

Anche il gruppo svedese del fast fashion H&M ha fatto sapere che fornirà dispositivi di protezione per gli ospedali in tutto il mondo utilizzando la capacità della sua catena di approvvigionamento.

Tramite nota ufficiale, condivisa anche su Instagram, poi, Valentino ha comunicato tramite il gruppo Mayhoola la donazione di 1 milione di euro in favore delle unità di terapia intensiva del Sacco di Milano, e 1 milione per la Protezione Civile italiana. Grazie al contributo dei suoi associati, Camera Nazionale della Moda Italiana, ha destinato 3 milioni di euro a “Italia, we are with you”, progetto di solidarietà creato dai membri dell’associazione e aperto a tutti i brand di moda italiani e non. “Ogni socio contribuirà al progetto donando alla Protezione Civile un importo non inferiore alla quota associativa prevista da CNMI”, recita un comunicato ufficiale dell’ente, che si è adoperato per mettere a disposizione macchine respiratorie e altri materiali medici alle strutture che ne avranno necessità, a partire dal nuovo ospedale dell’ex Fiera Milano.

Sul fronte spagnolo, che dopo l’Italia risulta il secondo paese europeo maggiormente colpito dalla pandemia, sono intervenuti Valentino, che tramite il gruppo Mayhoola ha donato 1 milione di euro per contribuire all’ampliamento dell’ospedale da campo IFEMA a Madrid, e Mango, brand di abbigliamento concorrente di Zara, che ha messo a disposizione degli ospedali nazionali 2 milioni di mascherine protettive.

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