Courtesy Giulia Dall’Olio, Galleria Studio G7 Bologna

“Quello che non succede in cento anni succederà in un attimo”, diceva Alighiero Boetti in uno dei suoi arazzi. È esattamente quello che sta accadendo al mondo dell’arte in questi giorni: un mondo che era fortemente tradizionalista ed analogico, legato alla movimentazione di oggetti fisici e ai rapporti umani che, in questo 2020 sta compiendo un giro a 360 gradi su se stesso. Verso che cosa? La digitalizzazione sempre più avanzata, che si concretizza nelle nuove forme di fruizione virtuale delle opere varate dalle principali fiere mondiali, fino alle online viewing rooms delle principali gallerie a supporto delle vendite, fino alla prima asta con opere proiettate in stanze digitali, varata da Christie’s. Last but not the least, anche il comparto relativo alla custodia e conservazione di collezioni è investito da quella che è definita come un’innovazione di processo, da Alessandro Guerrini, il ceo di Art Defender, dove il progetto The Vault è la risposta funzionale alla gestione delle collezioni contenute nei caveaux da remoto.

Ma facciamo un passo indietro. L’azienda italiana, fondata dal presidente Alvise di Canossa, dal 2008 si occupa servizi integrati per le collezioni, specializzata nella conservazione, attraverso una rete di caveau presenti in tutta Italia. Sotto la guida di Alessandro Guerrini, l’azienda passa ad affiancare agli spazi fisici lo sviluppo di servizi immateriali legati alle opere, fra cui la consulenza a fini patrimoniali, assicurativi e successori, e il supporto alla movimentazione, gestito con la consorella del gruppo Arterìa. L’innovazione di processo che il lockdown ha reso necessaria è possibilità di la gestione dei servizi legati alle collezioni da remoto delle opere contenute nei caveaux. Il tutto naturalmente garantendo la privacy dei dati sensibili, e al tempo stesso la praticità di comode interfacce, gestibili da pc, dal telefonino e dall’Ipad. La digitalizzazione dei servizi si chiama appunto The Vault, ed è la nuova piattaforma tecnologica riservata ai clienti di Art Defender in partnership con Artshell, startup di Bernabò Visconti di Modrone, che da due anni, in allineamento con altre società europee, si occupa della realizzazione di comode interfacce web per la gestione degli archivi delle opere, integralmente online, e con possibilità di gestione da remoto.

    Alessandro Guerrini_courtesy Collezione Giuseppe Iannaccone
    Bernabò Visconti di Modrone
    Courtesy Franco Guerzoni, Galleria Studio G7, Bologna
    Courtesy Amandine Samyn
    Courtesy David Tremlett, Galleria Studio G7 Bologna
    Courtesy Giulia Dall'Olio, Galleria Studio G7 Bologna
    Courtesy Giulia Dall'Olio, Galleria Studio G7 Bologna

La funzionalità ha incontrato il favore di diverse gallerie d’arte, di fondazioni private e musei. L’application creata dai tecnici, infatti, non si limita soltanto a digitalizzare i database delle informazioni legate alle singole opere e digitalizzare i canali di contatto con l’azienda, ma anche a fornire una possibilità in più: quella di fruire virtualmente dei pezzi custoditi nel caveau, all’interno di camere virtuali appositamente create, nelle quali l’opera è ambientata in scala. Questo permette ai proprietari una doppia possibilità: non solo la visione solitaria del capolavoro, ma anche quella condivisa con eventuali ospiti più o meno lontani da lui scelti. Questa funzionalità appare per preservare costantemente la funzione sociale delle collezioni. Ma non solo. Il canale di fruizione digitale condivisa è un importante strumento a supporto di tutte le attività commerciali eventuali che il collezionista, il dealer o il gallerista intendessero attivare in relazione al proprio caveau: la condivisione digitale di opere con possibili clienti, è il preludio naturale di trattative che preludono alla vendita. Tutti quegli operatori del settore, fra galleristi o dealer, che volessero in un futuro lavorare senza lo spazio fisico, potrebbero trarre pieni benefici dalla questa gestione dematerializzata. Abbiamo visto per voi il funzionamento dell’app.

L’interfaccia utente è abbastanza semplice: sulla stessa schermata, alle schede delle opere contenenti i vari campi di informazione e immagini in alta risoluzione a tutto schermo si affianca la possibilità di entrare in una pagina che consente la visualizzazione dell’opera in un ambiente digitale, che riproduce lo stile del caveau reale. Qui l’opera è ambientata in scala. La modalità di contatto con il consulente che consente di attivare i numerosi servizi, è semplice, e si svolge una chat simile all’usatissimo WhatsApp. Facile è la trasmissione dei dati in chat.

La gestione delle opere dei caveaux da remoto non è mai stata così facile. Secondo noi, il futuro sarà consentire la percorribilità degli spazi virtuali dagli utenti, per una fruizione sempre coinvolgente. Art Defender, nasce nel 2008, da un’idea di Alvise di Canossa, Art Defender, ed è un’azienda leader specializzata nell’offerta di servizi integrati per l’arte. Opera in quattro principali ambiti di attività: conservazione, consulenza, assicurazione e logistica. Dispone all’oggi di spazi per oltre 12mila mq a Milano, Torino, Bologna, Firenze e Roma. Con i suoi servizi di consulenza, Art Defender affianca collezionisti privati, aziende e istituzioni fornendo servizi ad ampio raggio che vanno dalle expertise, alle valutazioni (a fini patrimoniali, assicurativi, successori e bilancistici), alla gestione di pratiche di archiviazione con i servizi di acquisto e vendita di singole opere e di intere collezioni.

Tramite Art Defender insurance gestisce il tema dell’assicurazione, quello dei trasporti tramite Arterìa. Art Shell è la startup che ha creato il primo software italiano per la gestione delle collezioni d’arte. Fra i suoi clienti oggi vi sono BeAdvisors Art Department, Collezione Consolandi, Monica De Cardenas, Massimo De Carlo, Collezione De Iorio, Collezione Silvia Fiorucci, Collezione Giuseppe Iannaccone, Madragoa, Memphis-Milano, MuseoCity, Open Care, Clarice Pecori Giraldi, Vistamare, Zero.

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