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Facebook e Instagram a pagamento? L’avvertimento di Zuckerberg agli utenti Apple che rifiutano di farsi profilare

Entra nel vivo lo scontro commerciale che oppone Apple e Facebook. Mark Zuckerberg ha chiesto ai suoi manager della divisione pubblicitaria di controllare quante campagne di piccole e medie imprese, già programmate, saranno bloccate dal nuovo protocollo sulla privacy voluto da Tim Cook: il famigerato App Tracking Transparency, che, in mancanza di un permesso concesso dagli utenti di iPhone, non permette agli sviluppatori di tracciare e profilare il pubblico per inviare pubblicità.

Secondo questa indagine ci sono in ballo 25mila campagne pubblicitarie a livello globale, che potrebbero non vedere la luce. Nel frattempo, con una mossa a sorpresa, spuntano degli avvisi in-app “Help keep Facebook free of charge”, “aiutaci a mantenere gratuiti i nostri servizi”. In altre parole: se volete avere Facebook senza pagare, come è stato finora, dateci una mano e abilitate il vostro tracciamento e profilazione, bypassando l’Att. Lo stesso invito è stato rivolto agli utenti Instagram, come ha rilevato il ricercatore Ashkan Soltani.

Un danno per creator ed editori

I ricavi pubblicitari di Facebook sono in continuo aumento: nel primo trimestre hanno registrato un incremento del 48% e hanno raggiunto quota 26,1 miliardi di dollari, cifra ben al di sopra delle previsioni. L’attivazione del nuovo protocollo per la privacy Att voluto da Tim Cook già riguarda iOS 14.5, iPadOS 14.5 e tvOS 14.5. Ma come risponde Mark Zuckerberg a una scelta destinata a ridurre le aspettative per il secondo semestre? Diventa uno strenuo difensore delle Pmi.

Secondo Facebook, questa iniziativa “taglia fuori dal mercato della pubblicità le piccole aziende, favorendo solo i grandi gruppi”. Il vicepresidente di Facebook per l’area pubblicitaria, Dan Levy, ha scritto: “Sebbene sia difficile quantificare l’impatto sui creatori di contenuti e sugli editori, nei test che abbiamo condotto il calo risulterebbe superiore al 50%”. Il tono è quanto mai collaborativo: “Facebook si impegna a stare con le piccole imprese e la loro attività, che si esplica in annunci personalizzati per portare contenuti gratuiti alle persone. Unisciti a noi nel supportare le Pmi imparando a gestire meglio l’impatto della nuova limitazione imposta da Apple” 

Facebook: “Apple punta ai guadagni”

L’interpretazione di Facebook della Att è che non sia una questione di privacy, bensì di soldi. “Poiché le vendite di hardware di Apple tenderanno a rallentare, l’azienda deve concentrarsi sul business dei servizi. La sua piattaforma App Store ha incassato circa 50 miliardi di dollari nel 2019. Con questi cambiamenti Apple può trarre un profitto ancora maggiore dalla sua attività di servizi. Se i creatori di contenuti devono adottare altre modalità per fare soldi – al di fuori della pubblicità – gli utenti si troveranno a pagare una sorta di tassa-Apple che oscilla dal 15 al 30%”.

La visione di Apple è ovviamente all’opposto. Ed è molto radicale. Craig Federighi, vice presidente senior del software Apple, dice che “quando il monitoraggio invasivo è il tuo modello di business, tendi a non accogliere la trasparenza e la libertà di scelta del cliente”. La guerra tra Cupertino e Menlo Park è appena cominciata.

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