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Clubhouse cerca di uscire dalla crisi e annuncia che sarà disponibile anche sui dispositivi Android

Clubhouse, la piattaforma social basata sulla voce fondata da Paul Davison e Rohan Seth, sarà disponibile anche sui 2,5 miliardi di smartphone che adottano il sistema operativo Android facente capo a Google.

Anche in Italia, tra le scuse per il ritardo di questa attivazione rispetto a quella degli iPhone, si sono aperte le pre registrazioni per essere avvertiti al momento della disponibilità del servizio, per ora attivo solo per gli Stati Uniti.

“Abbiamo davvero apprezzato la vostra pazienza, ora sperimentiamo la fase Beta”, suona così il testo che appare quando si cerca l’app di Clubhouse su Google Play Store.

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Download in caduta libera

La decisione di Clubhouse di estendere finalmente anche ad Android la chat di conversazioni potrebbe avere una lettura diversa. Per cosi dire “riparatoria”. L’inserimento sull’affollatissimo Play Store potrebbe essere il tentativo di rilanciare i download di Clubhouse, che nel frattempo sono crollati. Le iscrizioni sono scese drasticamente dai 9,6 milioni dello scorso febbraio ai 2,7 di marzo. E le prime indicazioni in arrivo dal mese di aprile parlano di un clamoroso ribasso di circa 900 mila iscritti.

Il dilemma degli investitori 

Il dirompente successo di Clubhouse – che alcuni analisti hanno addirittura paragonato all’esordio di Facebook nel mercato delle piattaforme social – aveva convinto storici investitori come Tiger Global e Dst Global, ma i numeri attuali mettono in serio dubbio anche la valutazione azzardata di 4 miliardi di dollari. Ed è lecito avanzare dubbi anche sulle performance iniziali degli iscritti. Quando il mondo intero o quasi era in lockdown, la domanda di conversazioni era alle stelle e ora, invece, potrebbe affievolirsi con il ritorno alla realtà. Non trascurabile anche l’apporto dei grandi influencer che trascinavano i numeri degli iscritti a cominciare da Oprah Winfrey, Elon Musk e Mark Zuckerberg.

Riaprono le città e Clubhouse perde forza

Ora gli analisti e gli investitori si interrogano se il fenomeno Clubhouse non sia esploso per l’impossibilità di incontrarsi. Insomma, una sorta di placebo delle relazioni umane permanenti, destinato a passare nel dimenticatoio quando le città saranno di nuovo aperte e quando, per discutere con gli amici, non avremo bisogno di nasconderci dentro una stanza messa a disposizione dalla piattaforma. Ma bensì basterà andare al bar, trovarsi sotto lo stesso ombrello o sul classico muretto.

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