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La catena di ospedali che fa dei percorsi di medicina di genere il suo fiore all’occhiello

“La percentuale di donne all’interno di Gvm è del 55%, un numero elevato di cui andiamo orgogliosi perché vogliamo che siano protagoniste nella nostra organizzazione”. A dirlo è Eleonora Sansavini, amministratore delegato dei cinque ospedali pugliesi della rete Gvm Care & Research. Figlia di Ettore Sansavini, presidente e fondatore del gruppo ospedaliero presente in dieci regioni, da cui ha preso l’amore e l’entusiasmo per l’attività di famiglia, vive a Bari, madre di tre figli e sposata con Giuseppe Speziale, cardiochirurgo e vicepresidente di Gvm. La famiglia la racconta come “l’altra azienda”, ma lo dice con l’affetto di chi la considera un pilastro della sua vita. E non c’è meno trasporto quando racconta dell’azienda, quella vera, che invece definisce “una parte importante di me”. Uno dei messaggi principali della sua gestione, che s’incarna perfettamente nella sua figura, è che nessuna donna tra quelle che lavorano in Gvm dovrà mai mettere da parte le ambizioni. “Al giorno d’oggi non si dovrebbe scegliere tra carriera e famiglia perché conciliarle è possibile”, sostiene con forza la manager, che vorrebbe realizzare un asilo aziendale con l’obiettivo di migliorare sempre più l’equilibrio delle tempistiche tra vita e lavoro dei dipendenti. Un obiettivo finora non concretizzato solo per qualche impedimento burocratico, ma che Eleonora non intende certo accantonare.

Intanto, nelle posizioni di responsabilità degli ospedali pugliesi (e non solo) ha voluto tante donne. “Da noi la presenza femminile è notevole a tutti i livelli”, prosegue l’ad, “su circa 10mila persone che lavorano per noi, infatti, più della metà è donna. Nell’area medica la percentuale è del 34% mentre è del 65% nelle nostre società di servizi”. Il gruppo ospedaliero è una grossa realtà nel panorama sanitario italiano, essendo a capo di ben 36 strutture a livello nazionale, da sud fino al nord. Un gruppo privato che lavora in sinergia con la sanità pubblica.

La particolare attenzione verso le donne prende forma anche attraverso i percorsi di medicina di genere, un fiore all’occhiello di Gvm. “Recentemente l’Organizzazione mondiale della sanità ha divulgato un documento con il quale definisce fondamentali gli approcci terapeutici diversi tra uomini e donne, poiché ci sono differenze non solo a livello biologico, ma anche socio-culturale”.

Come sottolinea Eleonora, ogni paziente, che sia uomo o donna, deve essere protagonista del percorso di cura. In particolare, nella promozione di un approccio gender oriented, tre dei più grandi ospedali della rete – l’Ospedale Santa Maria di Bari, il Città di Lecce Hospital e l’Ospedale San Carlo di Nancy a Roma – hanno ricevuto il bollino rosa, un’importante certificazione rilasciata dalla Fondazione Onda, osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.

Tra le divisioni più note di Gvm c’è la Breast unit, specializzata nella cura del carcinoma mammario. “Il nostro percorso di cura”, racconta Eleonora, “accoglie la donna colpita da questo tipo di tumore e le fornisce un intero team di professionisti, senza la necessità di rivolgersi a più ospedali, magari in regioni differenti a quella di residenza. Questo, dal nostro punto di vista, fa sì che la paziente non si senta persa o abbandonata in un momento così difficile”.

Il percorso di cura messo a punto da Gvm, infatti, prevede la presenza di più figure mediche a fianco della paziente, dall’oncologo al senologo, passando per il chirurgo senologo, il radioterapista, l’anatomopatologo e perfino nutrizionisti e psicologi. La divisione si occupa delle attività di diagnosi e cura, ma anche della prevenzione, attività sulla quale il gruppo ospedaliero ha investito molto negli ultimi anni per dotare le proprie strutture di macchinari all’avanguardia.

“Abbiamo una particolare attenzione per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, poiché dopo la menopausa il rischio nelle donne cresce, in un periodo della vita che porta cambiamenti a livello fisico e psicologico”. Il gruppo ha attivato un ambulatorio interamente dedicato alla menopausa, dove è possibile fare un check-up completo del cuore. Strutture come Maria Cecilia Hospital di Cotignola e il San Carlo di Nancy a Roma non sono le uniche in Gvm a essere dotate di sistemi diagnostici rilevanti. In particolare, uno degli esami più avanzati è quello che si può fare attraverso la TC Calcium Score, il quale calcola il rischio cardiovascolare della paziente senza ricorrere al mezzo di contrasto. “Abbiamo investito tanto in comunicazione con ottimi risultati per far capire alle persone quanto è importante fare questo tipo di prevenzione”.

La divisione ginecologica, poi, vede l’ospedale romano San Carlo di Nancy, con la chirurgia robotica ginecologica, e l’ospedale Santa Maria di Bari tra le massime espressioni della rete Gvm per questa specialità, potendo offrire check-up ambulatoriali dedicati. Ma anche un’unità operativa per il trattamento dell’endometriosi e di tutte le patologie che possono riguardare ovaie e utero.

Il gruppo si è infine specializzato anche nel trattamento dell’infertilità. “Nella rete Gvm abbiamo strutture all’avanguardia nelle tecniche di procreazione assistita che effettuiamo a Bari all’ospedale Santa Maria e alla Ruesch di Napoli. In particolare, a Bari utilizziamo le tecniche di fecondazione in vitro Icsi: dal 1991 abbiamo effettuato diecimila prelievi ovocitari, da cui sono nati 2.500 bambini”.

Per il futuro, Eleonora immagina di continuare a investire per dotare gli ospedali delle apparecchiature migliori, con una filosofia ben chiara: “Mettere il paziente al centro”. Nelle idee dei vertici del gruppo, ogni paziente deve essere seguito da un patient manager, il quale ha il compito di curarne il benessere sotto tutti i punti di vista e in tutto il percorso. Ma se la cura della persona rimane un mantra, c’è anche un altro principio cardine: “Crediamo molto nella prevenzione per arrivare a una medicina di genere vera e propria, realizzabile grazie a una piena sinergia con il Ssn”.

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