Arweave, una startup blockchain con sede a Berlino, sta tentando di capovolgere l’assioma “la storia è scritta dai vincitori”. Mentre l’esercito russo continua il suo assalto all’Ucraina e i cittadini in preda al panico se ne vanno prima che sia troppo tardi, c’è il timore che gli eventi chiave della storia e della cultura ucraina possano essere cancellati all’indomani del conflitto. Si fa riferimento ad articoli su notizie importanti, documenti, video, post sui social e media digitali.
“Permaweb”, la piattaforma blockchain che registra la guerra in Ucraina
Arweave ha quindi creato la sua piattaforma blockchain chiamandola “Permaweb” perché spera di rendere indelebili questi contenuti. Si può considerare come un’Arca di Noè per i documenti, un archivio per futuri storici e ricercatori.
I fondatori dicono di aver trovato un modo per archiviare in modo economico e permanente quantità praticamente illimitate di dati. Solo nelle ultime settimane la piattaforma ha raccolto più di 6,5 milioni di informazioni sul conflitto in Ucraina, soprattutto grazie a un’appassionata rete globale di partecipanti. Una settimana fa la piattaforma conteneva appena 100.000 voci diverse. In totale, la piattaforma sta ora salvaguardando oltre 50 terabyte di dati.
Naturalmente, si teme che con una piattaforma senza limitazioni vi sia il rischio che la stessa Arweave possa essere invasa da propaganda illecita. Non sarebbe difficile per qualcuno intasare la piattaforma nel tentativo di rendere inutilizzabile il repository. In questo momento sono ancora poche le difese di “Permaweb” per prevenire questo tipo di attacco. Ma per il momento, specialmente in scenari di crisi come l’invasione dell’Ucraina, Arweave sostiene che è più importante portare tutti sulla zattera di salvataggio (con il rischio di avere anche propagandisti a bordo) e sistemare le cose in seguito.
Il funzionamento di Arweave
Ma come funziona la nuova piattaforma blockchain? Coloro che caricano i contenuti sono anche coloro che ospitano nodi di accesso in tutto il mondo. In cambio, vengono ricompensati con il token nativo della rete, AR, che al prezzo di 28 dollari ha una capitalizzazione di mercato di 1 miliardo di dollari. La rete attualmente vanta circa 1.000 nodi, con le maggiori concentrazioni negli Stati Uniti, in Germania e, in particolare, in Cina.
Le persone possono caricare documenti scaricando un’estensione del browser, allo stesso modo con cui si scaricano i software ad-blocker, e configurando un portafoglio digitale. Il team di Arweave fornisce ciascun utente di alcuni token gratuiti, che possono quindi essere utilizzati per ricompensare per il caricamento dei documenti. Una volta completati questi passaggi, si può semplicemente fare click su un pulsante nella parte inferiore della pagina per archiviarla. E, una volta completata, verrà visualizzata una finestra con tutti i dettagli relativi alla transazione.
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Un archivio per la storia
Il creatore di Arweave, Sam Williams afferma di aver creato la piattaforma – supportata venture capital come Andreessen Horowitz e Union Square Ventures – a causa dei difetti che ha riscontrato negli attuali sistemi di archiviazione centralizzata dei dati. “Arweave è resistente alla censura. Ora chiunque può contribuire a questo archivio per un centesimo a megabyte e assicurarsi che ciò che ritengono importante sia archiviato per la storia”.
Per incoraggiare ulteriormente i partecipanti a caricare documenti relativi alla crisi dell’Ucraina, Arweave ha annunciato un programma di sovvenzioni da 100.000 dollari per aiutare i partecipanti a pagare le spese necessarie per aggiungere informazioni al permaweb. È lo stesso concetto di pagare le commissioni di transazione ai minatori di bitcoin o ethereum per inviare pagamenti o impegnarsi con un’applicazione decentralizzata.
Finora sono stati condivisi solo circa $ 5.000, ma Williams afferma che ciò non è dovuto alla mancanza di interesse. Uno dei “contributors” è Andres Pirela, di Pompano Beach, Florida, un ingegnere del software che ha caricato versioni pdf di 10.500 articoli di notizie in più lingue tra cui ucraino, russo, inglese, cinese e arabo.
L’episodio di Sputnik del 2018
Pirela ha anche fatto un ulteriore passo avanti, creando di fatto istruzioni passo passo per chi è interessato ad archiviare le informazioni relative al conflitto. La crisi ucraina del 2022 non è il primo evento importante in cui Arweave funge da archivio per le informazioni a rischio censura. L’origine di tutto ciò riguarda comunque un caso russo-ucraino.
Williams racconta un episodio del novembre 2018 quando diversi membri della marina russa salirono a bordo di una nave ucraina, facendo prigionieri 24 marinai. “Sputnik (una testata filo-russa in lingua inglese) ha scritto un articolo in lingua inglese esprimendo posizioni pro-Ucraina. È stato online solo per 14 minuti, ma qualcuno della nostra community l’ha preso e l’ha messo all’interno della blockchain. Poi loro (Sputnik) l’hanno cancellato. Ovviamente, Sputnik ha poi proseguito con un pezzo che era molto più pro-russo, ma grazie ad Arweave siamo riusciti a catturare, essenzialmente, ciò che la Russia cercava di cancellare”.
Arweave è stato coinvolto anche durante le proteste a favore della democrazia a Hong Kong nell’aprile 2019. Williams ha dichiarato per l’occasione sono state caricate 650.000 fonti, incluso l’intero archivio di 12.000 articoli dell’ormai defunto quotidiano indipendente Apple Daily.
Il rischio di hackeraggio
Ma Arweave non si sta focalizzando solo sui governi autoritari. L’archivio ha anche catturato esempi di altri paesi che cercano di eliminare informazioni poco lusinghiere. Ad esempio, il Ministero della Difesa canadese ha pubblicato un articolo su un’aggressione sessuale che è stato cancellato una volta che sono state lanciate la accuse contro un soldato.
Come la maggior parte dei progetti che potrebbero rivelarsi dannosi per i governi, Williams è consapevole che come volto pubblico del progetto potrebbe diventare un bersaglio. Ne ha avuto un assaggio lo scorso autunno. Dopo che qualcuno, non affiliato al team di Arweave, ha tenuto una presentazione in Cina sulla piattaforma nel settembre 2020, le autorità hanno sequestrato l’hardware di un nodo nel Paese. Williams presume che fosse perché questa persona stava salvaguardando i dati sulle proteste di Hong Kong. Ma i rischi non sono iniziati da lì. Ha infatti condiviso con Forbes le e-mail che lui e il suo Cto hanno ricevuto da Google avvertendolo di tentativi di hackeraggio da parte di attori statali.
Per il momento Williams e il suo team sono concentrati sulla conservazione di quante più informazioni possibili, il che potrebbe diventare più difficile man mano che il conflitto continua.
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