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SpaceEconomy

Da Apple a T-Mobile, sempre più aziende stanno portando la connessione satellitare sullo smartphone

Internet satellitare sta entrando nelle vite delle persone. A parte i 400mila utenti che a maggio risultavano abbonati al servizio offerto da Starlink, molti altri useranno la connettività via satellite grazie agli accordi che i loro provider per la telefonia mobile stanno siglando con le compagnie che offrono connessione via satellite.

Internet in mobilità: da Apple a T-Mobile

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Apple ha annunciato che il suo nuovo iPhone14 sarà capace di lanciare messaggi di SOS tramite la rete satellitare Globalstar, una “piccola” costellazione formata da 48 satelliti che copre tutto il globo escluse le
sole zone polari. Globalstar offre un suo servizio, ma richiede un telefono Globalstar (che ha uno schermo in bianco e nero e con poche funzioni) e non è esattamente a buon mercato.

iPhone 14 avrà un’antenna capace di connettersi al sistema Globalstar per trasmettere la posizione in caso di emergenza. Il servizio, che debutterà a novembre, sarà a pagamento, ma per gli utenti iPhone 14 e iPhone 14 Pro sarà gratis per due anni. Globalstar dice che buona parte della sua capacità di trasmissione sarà dirottata su questo servizio.

A partire dall’anno prossimo, T-Mobile, appoggiandosi a Starlink, offrirà un servizio di connettività limitata ai messaggi di testo anche nelle aree senza copertura. Il servizio non richiede un particolare tipo di telefono, ma non è ancora attivo perché potrà essere fornito solo dagli Starlink di seconda generazione, dotati di antenne più grandi. I satelliti devono essere lanciati con il razzo Starship, non ancora in servizio.

Anche la compagnia texana Ast-Space Mobile punta a fornire connessione globale con una nuova costellazione satellitare, che sarà in grado di interagire direttamente con i telefonini degli utenti (non si sa ancora con che bit-rate, ma questi sono dettagli). Il loro satellite di prova, il Bluewalker-3, è partito verso lo spazio qualche giorno fa, a bordo di un Falcon 9 e, una volta operativo, si avvarrà di una struttura con una superficie di 64 metri quadrati.

Da un lato ci sono i pannelli solari, dall’altro delle antenne che dovranno assicurare la comunicazione con l’utenza al suolo. Ast-Space Mobile ha l’autorizzazione del Federal Communication Committee per
effettuare test di connessione in Texas e alle Hawaii.

Certo, fornire copertura globale può essere importante per chi si trovi in aree sperdute o poco servite, ma, guardando il problema da un’altra prospettiva, la superficie di un piccolo appartamento in orbita bassa sarà un faretto che attraverserà il cielo al tramonto e all’alba, quando sulla Terra è ancora buio ma il maxi pannello solare viene già illuminato dal sole.

Una nuova occasione di svago per i cacciatori di satelliti e una nuova preoccupazione per gli amanti del cielo buio. Queste alleanze tra telefonia a terra e servizi in orbita hanno di certo interessanti possibilità di sviluppo e credo siano destinate a moltiplicarsi, seguendo le richieste di sempre migliore connessione degli utenti.

SpaceX protagonista assoluto

In parallelo, SpaceX punta moltissimo sull’internet in mobilità. A giugno ha ottenuto dal Federal Communication Committee l’autorizzazione a fornire il servizio Starlink a veicoli in movimento: dalle auto, ai camion, alle navi mercantili, agli aerei.

SpaceX corteggia le compagnie aeree la cui clientela, specialmente del settore business, vuole restare connessa durante i voli. La prima società ad annunciare un accordo con l’impresa spaziale di Elon Musk è stata Hawaiian Airlines, che ha dichiarato di volere fornire gratuitamente il servizio ai suoi passeggeri a partire dall’anno prossimo.

La compagnia, basata alle Hawaii, vola tra Stati Uniti, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Al momento, non c’è connettività Wi-Fi a bordo, perché la maggior parte dei voli sono sopra il Pacifico, dove non c’è una grande offerta di servizi internet. Starlink farà la differenza, una volta che siano stati chiariti dettagli quali la certificazione delle antenne per la ricezione del segnale.

Anche la compagnia semi privata di charter Jsx vuole offrire la connettività gratuitamente a bordo dei propri velivoli, ma in nessun caso sono circolate le cifre degli accordi. Delta Airlines, dal canto suo, ha iniziato a fare test sui suoi aerei, ma non ha ancora firmato accordi.

Nel settore marittimo, oltre a Starlink Maritime per le navi cargo, per le piattaforme petrolifere, per gli yacht, Starlink ha siglato un contratto con la Royal Caribbean per fornire internet veloce sulle navi da crociera, tristemente note per offrire una connessione scadente ma costosa.

I test, fatti in zone non troppo lontane dalla costa, hanno dato ottimi risultati, permettendo agli utenti di vedere intere trasmissioni in streaming. SpaceX promette di offrire copertura in alto mare (anche nell’emisfero Sud) entro la fine dell’anno. Ancora una volta non si conoscono i termini economici dell’accordo. I terminali marittimi costano circa 10mila dollari e il costo del servizio per le navi mercantili si aggira sui 5mila dollari al mese.

Per permettere la connessione a migliaia di passeggeri serviranno diversi terminali. Impossibile, al momento, dire se il servizio sarà a pagamento, oppure compreso nel prezzo del biglietto. Mentre posso immaginare ci sia necessità di rimanere connessi anche mentre si è in vacanza, mi piacerebbe sapere che bisogno abbia una persona in crociera di spendere il suo tempo a guardare le serie in streaming, ma supponiamo che quello sia un suo problema.

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