articolo apparso sul numero di gennaio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Una persona, un progetto: questo è il claim che il Credito Emiliano aveva già negli anni ’90. Come per dire: ogni nostra persona è diversa così come ogni cliente è diverso e il nostro criterio è quello di considerarne le esigenze nel modo più accurato possibile. Per questo, in Credem sottolineano come il modello della consulenza finanziaria sia basato sulla perfetta integrazione della rete dei consulenti finanziari (o financial wellbanker) nella struttura della banca e del gruppo per valorizzare il benessere finanziario e di vita di persone e imprese. Ora ci sono nuovi progetti di cui Forbes Italia ha parlato con Moris Franzoni, responsabile della rete dei consulenti finanziari Credem.
Il vostro modello è diventato il marchio distintivo della rete. Ci sono novità?
Il valore delle nostre persone è sempre stato il nostro più grande atout; il nostro modello di servizio esalta ancora di più le caratteristiche del consulente patrimoniale a 360°. Oggi questo modello è supportato anche da una nuova piattaforma tecnologica con una consulenza integrata ed estesa al patrimonio complessivo del cliente. Quindi il risultato finale che ne scaturisce è un servizio di alto livello per il cliente che estende l’analisi al patrimonio immobiliare, alle partecipazioni aziendali, alla gestione dell’asse ereditario e all’ambito assicurativo.
Qual è lo spazio per i consulenti finanziari?
Restano il fulcro della gestione. Nonostante i forti investimenti nella piattaforma tecnologica, questa va vista come un supporto a sostegno del consulente. L’obiettivo è elevare la qualità del servizio per poter soddisfare, in modo specializzato e puntuale, le esigenze di ogni cliente in ogni fase della sua vita.
Avete lanciato una nuova progettualità nel 2023. Ci racconta cosa serve ancora a livello di innovazione dopo tutto quello che avete già fatto?
Nel 2022 abbiamo adottato un nuovo naming per la rete che non è solo un restyling lessicale. La job title financial wellbanker è indicativa di una precisa identità professionale: il termine wellbanking sintetizza la strategia di dare supporto a famiglie e imprese nella gestione patrimoniale dei propri asset ma anche e soprattutto affiancarle per raggiungere un benessere complessivo, non solo finanziario. E serviva quindi adattare un modello di business rodato a questa nuova impostazione. È nato quindi il progetto Welfin presentato nei giorni scorsi alla rete, che adatterà strategie ed evoluzioni in diversi ambiti, dagli obiettivi di business alle strategie commerciali, alle iniziative di brand e comunicazione interna ed esterna, al reclutamento e formazione, agli strumenti a disposizione dei consulenti.
Quali i punti del nuovo progetto?
Sarà un lavoro in team fra direzione commerciale e buona parte della rete con la consulenza esterna di Excellence Group, che mira a rendere più efficiente la macchina commerciale vista l’evoluzione del mercato, a rendere sempre più attrattivo il brand della nostra rete e a comunicare meglio e di più l’unicità del modello di business.
Novità in termini di reclutamenti?
Come si diceva prima ogni persona un progetto. Vogliamo tenere fede a questa capacita di ritagliare su misura un percorso per le circa 60 persone che vorremmo inserire in squadra nel 2023.
I vostri risultati?
Siamo molto soddisfatti, nonostante anni complicati: 530 consulenti, otto miliardi di aum, oltre 12 miliardi di total business. Piccolo in questo caso è sinonimo di qualità: oltre quattro punti di cross selling rate medio, customer experience e Nps ai vertici del sistema, brand più solido del sistema e la certificazione top employer da otto anni a questa parte.
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