Il Canada è il nuovo paese emergente dei miliardari. Si è classificato all’ottavo posto nella lista dei paesi con il maggior numero di miliardari di Forbes e, secondo l’ultimo report di Henley Global Citizens, che fa riferimento agli ultimi dati della fine del 2022, è al nono posto nel mondo per la migrazione di milionari. E non è finita: si prevede un grande record per il 2023, data l’incertezza generale del momento e la stabilità economica canadese, supportata dalla possibilità di diventare cittadini canadesi dopo solo 3 o 5 anni di residenza.
LEGGI ANCHE: “In Svezia i miliardari sono tantissimi: ecco perché”
Apertura agli immigrati
Anche se ha due milioni di arretrati in domande, nel 2022 il Canada ha deciso di accettare fino a 420.000 immigrati , il numero più alto nella storia del paese, dichiarando perfino apertura verso nuove opzioni di immigrazione per imprenditori e “cervelli”. Del resto il Paese, nonostante il clima freddo, è da tempo il regno di miliardari e imprenditori, anche grazie a un ottimo tenore di vita.
LEGGI ANCHE: “Perché gli imprenditori scommettono sul Portogallo come Silicon Valley del futuro”
La storia di Elon Musk
Lo sa bene Elon Musk, che decise di cominciare proprio qui la sua carriera imprenditoriale e la sua avventura nel nuovo continente. “Sono nato in Sudafrica, ma ho sempre desiderato emigrare negli Stati Uniti, perché ero convinto che là ci fossero più possibilità e che fosse il miglior paese al mondo dove diventare ricchi. Il primo passo per cominciare in questa direzione e un ottimo trampolino di lancio è stato il Canada. Ero convinto che là avrei avuto la formazione migliore e presupposti vincenti per fare business. Il Canada è sempre stato un paese di grandi opportunità, aperto a idee straniere, con eccellenti università, e stabile”, ci aveva confessato Elon in un’edizione passata del South by Southwest, festival cinematografico di Austin, in Texas.
Così si trasferì in Canada già a 18 anni e ottenne presto la cittadinanza dato che sua madre era nata lì, ma anche grazie al suo talento imprenditoriale. A 19 anni fu accettato alla Queen’s University di Kingston, in Ontario, e da lì si trasferì poi all’Università della Pennsylvania, dove conseguì prima una laurea in scienze ed economia presso la Wharton School e poi una laurea in arti e fisica al College of Arts and Sciences.
Elon si trasferì in California a 24 anni, per cominciare un dottorato in fisica applicata e scienza dei materiali alla Stanford University, in Silicon Valley, ma si ritirò solo dopo pochi giorni per seguire la sua carriera imprenditoriale. Divenne cittadino americano nel 2002, mantenendo comunque un forte legame col Canada.
I più ricchi
Il Canada detiene attualmente l’ottavo posto nella lista dei miliardari per paese con un totale di 63 miliardari nel 2023. Bank Suisse ha previsto una crescita di un possibile 54% fino alla fine 2023. In testa tra i più ricchi ci sono il media magnate David Thomson con la sua famiglia; Changpeng Zhao, fondatore e ceo di Binance; Tobi Luke, il fondatore di Shopify; il venture capitalist e imprenditore David Ross Cheriton, anche professore di scienza del computer dalla Stanford University in Silicon Valley, fondatore di Distributed Systems Group e investitore in Google, WMware e Arista; James Allen Pattison, con base a Vancouver, proprietario del Jim Pattison Group.
Dove sono i milionari
Calgary ha il maggior numero di milionari pro capite, 225 ogni 100.000 residenti, anche se, nell’insieme generale, le regioni più ricche e imprenditoriali sono l’Ontario e la British Columbia. Toronto con oltre 100.000 milionari, che nel 2023 paiono essere incrementati a 150.000, è la città che ne ha di più, seguita da Montreal, con più di 50.000 milionari, e da Calgary, con circa 30.000 milionari. Vancouver, che è considerata una delle città più costose ed eleganti, si trova invece, sorprendentemente, al quarto posto con circa 20.000 milionari.
La storia di “Issy” Sharp
In quanto alle valutazioni per settori, i miliardari in Canada si occupano principalmente dell’industria tecnologica, alimentare, immobiliare, alberghiera e dell’industria pesante. Un esempio di self-made, leggendario leader imprenditoriale, oltre che grande filantropo, è Isadore “Issy” Sharp, nato l’8 ottobre 1931 a Toronto e fondatore del gruppo Four Seasons Hotels and Resorts. “In principio non avevo un chiaro percorso di carriera in mente. Dopo aver svolto una serie di lavoretti da ragazzo, tra cui piazzare birilli in una pista di bowling per riuscire a sbarcare il lunario, decisi di entrare nel settore edilizio e di cominciare al fianco di mio padre, che era un imbianchino”, racconta.
Sharp si pagò così gli studi, laureandosi in architettura al Ryerson Institute of Technology nel 1952. “La mia prima incursione nel settore alberghiero arrivò all’inizio della mia carriera. Un amico mi chiese di aiutarlo a costruire un hotel di 14 stanze alla periferia di Toronto. Avemmo da subito successo e fu allora che mi venne l’idea di combinare le comodità più semplici di un motel, come guidare fino al check-in, con quelle degli hotel storici del centro. Creai così un concetto di motel-hotel come un progetto collaterale la sera, mentre di giorno continuavo a lavorare nelle costruzioni e a risparmiare. Questo mi permise di ottenere il finanziamento per il mio primo hotel, il Four Seasons, nel 1958”, ricorda.
Aperto nel 1961, quel suo primo albergo aveva 125 camere e divenne ben presto un altro grande successo. Da allora Sharp ha sviluppato una serie di hotel di lusso, mirando all’architettura, al paesaggio, all’unicità di ognuno e, soprattutto, al servizio impeccabile verso il cliente basato sul principio della cortesia e della gentilezza, per altro tipico canadese, sviluppando il suo brand a livello mondiale. Oggi detiene oltre 100 proprietà di superlusso, anche se il brand ha subito una crisi e nel 2006 Bill Gates e il principe dell’Arabia Saudita Al-Waleed bin Talal hanno acquistato una quota pari al 95% della società. Sharp rimane oggi presidente e possiede il 5%.
“Abbiamo molte proprietà nel mondo, ma sono molto legato naturalmente a quelle che abbiamo in Canada, il Four Seasons Hotel Toronto, che si trova nel quartiere glamour di Yorkville, pieno anche di gallerie d’arte e di boutique. È di proprietà dell’imprenditore self-made pachistano-americano Shahid Khan. E, poi, il Four Season Hotel Montreal, che è anche un punto di ritrovo di molti miliardari canadesi e internazionali, imprenditori tech, noti artisti e intellettuali e creativi di tutti i settori. Il proprietario è Andrew Lufty, un personaggio eccezionale”, spiega Sharp.
Lufty, proprietario di Groupe Dynamite / Garage e di CarbonLeo, è un imprenditore di Montreal milionario considerato un grande business leader, perché ha sempre avuto un talento immenso e creativo per il settore immobiliare, combinando il concetto di hotel con un complesso variegato di residenze e appartamenti, ristoranti, caffè e negozi, con un gusto avanguardistico e un concetto visionario unico. Ha ideato così quello che è considerato l’epicentro del lusso nel centro di Montreal e mira a creare un rinascimento della città, facendola divenire una destinazione del lusso globale. Come filantropo Isadore Sharp ha invece fondato l’annuale Terry Fox Run, che raccoglie milioni di dollari per la ricerca sul cancro. Ed è un grande sostenitore della cultura e delle arti, avendo donato molti fondi per il Four Seasons Centre for the Performing Arts a Toronto.
Hollywood del nord
Del resto anche il settore del cinema è vincente in Canada. Ha portato tanta prosperità e business, concedendo spesso di girare a prezzi più contenuti e con maggiori agevolazioni di quelle americani, al punto che città come Toronto a Vancouver sono considerate “Hollywood del nord”. Il Toronto Film Festival ogni anno impiega oltre 150 persone e genera un impatto economico annuale di 170 milioni di dollari per la città e ricavi per circa 26 milioni di dollari (secondo gli ultimi dati del TIFF 2021). Si svolge ogni anno a settembre, quando molti miliardari e star del cinema si raccolgono e stringono contatti al The Ritz-Carlton hotel, nei locali della città, come il TOCA e il Ritz Bar, a pochi passi dal quartier generale del festival, il TIFF Bell Light Box, e al club privato Soho House Toronto.
Un po’ di Italia
In questo campo un leader del settore è un italo-canadese: il produttore Andrea Iervolino, che in Canada ha fatto anche la sua fortuna e lo vede di certo come un paese del futuro. Al momento, dopo il film su Ferruccio Lamborghini, ha appena finito di girare quello su Enzo Ferrari con Penelope Cruz, il documentario Le mura di Bergamo e ha quotato in borsa la sua app TaTaTu.
“Mia madre è canadese, mio padre è italiano. Sono nato in Italia, ma mi sono traferito a Toronto molti anni fa. Essendo molto vicino agli Stati Uniti, il Canada ha un’economia con aspetti da pioniere, ma è un paese molto più solido e affidabile, più conservativo, con una legislazione molto chiara e con una visione del business più simile a quella europeo. Anche le banche qui hanno lo stesso approccio”, spiega.
“Sia nel settore dell’intrattenimento, a Toronto e a Montreal, che in quello della tecnologia, a Vancouver, si trovano moltissime eccellenze e manodopera preparatissima a costi più contenuti o molto inferiori alla Silicon Valley, essendo il dollaro canadese meno forte di quello americano. In Canada esistevano incentivi governativi in tutti i settori già trent’anni fa e questo ha spronato molti business. È un paese solido anche per fare investimenti immobiliari o per avviarvi una start up. Ha un’immigrazione ancora importante, perché vanta un vasto territorio, e questo è un elemento positivo, perché permette di lavorare con comunità multilingue da tutto il mondo e con manodopera specializzata, perché gli incentivi sono numerosi perfino nell’educazione, nella medicina e nell’innovazione”.
Il Canada è poi per Iervolino molto attento allo sviluppo dell’economia. “La moneta propria è anche un vantaggio, inoltre è un Paese molto sicuro, con bassa criminalità. In sostanza un investimento in Canada frutta magari di meno nel breve termine, ma nel lungo termine premia”, conclude.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .