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Oltre la metà dei maturandi pensa che la scuola non li abbia preparati alla vita e al futuro

Domani per 526.317 studenti italiani sarà l’inizio di una nuova sfida: quella degli esami di Maturità. Una tappa famosa e fondamentale che prenderà già il via questa sera con l’ormai tradizionale ‘notte prima degli esami’. Un momento catartico e particolare che tutti, nel bene o nel male, ricordano con il passare degli anni e che, inevitabilmente, crea discussioni e spunti di riflessione.

Lo sa benissimo Scuolazoo, testata di riferimento degli studenti italiani con oltre 6 milioni di follower cross-platform, che per l’occasione ha presentato il suo Osservatorio Maturità 2024: bilancio del quinquennio e prospettive future, secondo il quale la metà dei maturandi italiani avrebbe voluto la presenza di quattro discipline all’interno del suo percorso scolastico: educazione affettivo-sessuale, educazione finanziaria, – entrambe con preferenze pari o vicine al 50% – corsi di formazione sul mercato del lavoro (32%) e sull’offerta formativa post-diploma (21%).

Un sentiment diffuso tra tutti gli studenti che non fa altro che confermare le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha parlato dell’esigenza di rivedere i programmi scolastici, e che soprattutto pone l’accento su un dato fondamentale: Il 52% dei maturandi ritiene che la scuola non li abbia preparati alla vita e al futuro. 

Maturità 2024: le opinioni degli studenti su orientamento e formazione

L’insoddisfazione nei confronti dei programmi scolastici emerge in più punti dell’Osservatorio di Scuolazoo. Potendo tornare indietro, infatti, il 50% dei maturandi sceglierebbe un diverso indirizzo di studio. La causa principale di questo ripensamento è ‘la perdita di interesse’ per l’offerta formativa scelta: un problema che riguarda il 60% dei liceali, il 73% degli studenti degli istituti tecnici e il 72% dei professionali. 

Fra i maturandi dei tecnici e dei professionali c’è la percezione diffusa di non avere le competenze per entrare nel mercato del lavoro: circa 1 su 2 non si sente formato per lavorare. Un tema noto, quest’ultimo, cui il Ministero Lavoro e Merito farà fronte attraverso la cosiddetta “riforma 4+2”, che prevede: la riduzione del percorso di studi da 5 a 4 anni, la possibilità di accedere a un percorso post diploma professionalizzante, come gli ITS, e infine, maggiore focus, durante il quadriennio, sulle materie di indirizzo e sui pcto

La percezione di non essere pronti per affrontare la vita e il futuro deriva anche da una profonda insoddisfazione per le attività di orientamento post-diploma che riguarda il 60% dei liceali, il 50% dei maturandi del tecnico e il 53% dei maturandi del professionale. In questa direzione, uno studente su 5 si dice disposto a pagare una cifra fra i 50 e i 500 euro per avere dei corsi di orientamento. I più propensi a spendere per orientarsi sono i maturandi degli istituti professionali (35%), seguiti da quelli del tecnico (23%) e da quelli del liceo (19%).

La maggior parte degli studenti dichiara che continuerà a formarsi, con percentuali altissime nei licei (88%) e rilevanti anche nei tecnici (oltre il 60%) e nei professionali (oltre il 40%). Fra tutti gli indirizzi, gli istituti professionali mostrano la situazione più critica: il 35% del campione – percentuale superiore a licei e tecnici – non sa cosa farà dopo il diploma e non si sta informando per trovare la propria strada o perché si sente bloccato (60%) o perché non è interessato a farlo (4%). Situazione simile negli istituti tecnici anche se con percentuali leggermente inferiori.

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L’effetto del Covid

La pandemia ha lasciato un segno profondo sul secondo e il terzo anno di scuola superiore dei maturandi 2024: per circa il 60% dei rispondenti, il Covid ha avuto un impatto ‘devastante’ (20%) o ‘brutto’ (40%). Si tratta di un dato rilevante, che va tenuto in considerazione nella lettura dell’Osservatorio. Rispetto al futuro, lo stato d’animo prevalente è ‘ansioso’ (45%), ma non mancano segnali incoraggianti: il 28% del campione si sta affacciando con ‘curiosità’ al nuovo ciclo o è ‘impaziente di affrontare nuove sfide’ (24%).

“I dati di questo Osservatorio ci dicono che fra la scuola e gli studenti c’è un’incomprensione reciproca sempre più profonda, che in questo quinquennio potrebbe essere aumentata a causa della pandemia e dei cambiamenti sociali, economici e tecnologici che hanno investito le persone nella loro intimità, le relazioni interpersonali e il mercato del lavoro”, commenta Valerio Mammone, editor in chief di ScuolaZoo.Reagire e adattarsi a questi cambiamenti non è semplice. Noi crediamo si possa fare soltanto in due modi: ascoltando le istanze che arrivano dalle nuove generazioni rispetto ai programmi scolastici e alle attività di orientamento, e capitalizzando al massimo gli investimenti del PNRR, supportando le scuole nella messa a terra dei progetti”. 

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