Luca Maestri Stellantis
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La storia di Luca Maestri, l’ex cfo di Apple che potrebbe diventare ceo di Stellantis

Luca Maestri, direttore finanziario di Apple, ha incrociato la strada dell’ex Fiat per la prima volta più di 20 anni fa: tra il 2000 e il 2005, quando era dirigente della General Motors, si occupò della joint venture tra la casa automobilistica statunitense e quella italiana. Ora potrebbe incontrarla di nuovo: secondo il Corriere della Sera, John Elkann potrebbe sceglierlo come prossimo amministratore delegato di Stellantis, al posto del dimissionario Carlos Tavares.

Dopo qualche ora Stellantis ha smentito la notizia e una fonte vicina alla questione ha dichiarato all’agenzia Reuters che le voci su Maestri sono “fake news”. Una seconda fonte contattata dalla Reuters ha affermato invece che la nomina di Maestri è possibile. Già nel 2020 il nome di Maestri era circolato come possibile sostituto di Louis Camilleri alla guida della Ferrari, prima che Elkann scegliesse Benedetto Vigna.

La storia di Luca Maestri

Maestri, nato a Roma nel 1963, lascerà l’incarico di direttore finanziario di Apple alla fine del 2024. Tornerebbe all’industria dell’auto dopo un lungo periodo in quella della tecnologia. Laureato in economia e commercio alla Luiss, master in business administration all’Università di Boston, ha lavorato in Gm dal 1988 al 2008. Ha avuto incarichi in Irlanda, a Singapore, in Thailandia, negli Stati Uniti e in Brasile, fino a diventare direttore finanziario e vicepresidente per l’Europa.

Nel 2008 il salto alla joint venture Nokia Siemens Networks come direttore finanziario, nel 2011 quello in Xerox, una delle principali aziende di stampanti e fotocopiatrici al mondo, con lo stesso ruolo. “Uno dei suoi grandi punti di forza era l’ascolto”, ha detto al Wall Street Journal Gary Kabureck, ex dirigente di Xerox. “Voleva capire. Ascoltava e faceva domande finché non ci riusciva”.

Gli anni in Apple

La chiamata di Apple è arrivata nel 2013, la promozione da responsabile della contabilità a direttore finanziario nel 2014. “A parte le levatacce – la mattina comincio alle 4.30 e il nostro capo, Tim Cook, spesso è già in pista alle 3.45 -, lavorare alla Apple significa essere in mezzo a un esercito e vivere, al tempo stesso, in un monastero”, ha detto qualche anno fa Maestri in un incontro al Consolato italiano di New York. “Esercito perché per sviluppare e mettere insieme prodotti complessi con parti di provenienza diversa, che poi vanno consegnati tempestivamente ovunque nel mondo, ci vuole una disciplina militare. Monastero perché alla Apple devi mettere da parte l’ego: contano il lavoro del team e l’armonia del gruppo”.

In California Maestri è arrivato a guadagnare più di 25 milioni di dollari all’anno, tra stipendio, bonus e pacchetti azionari, ed è stato spesso definito l’italiano più influente del mondo economico dopo Mario Draghi. Ha contribuito a far crescere i ricavi di Apple da 183 a 391 miliardi di dollari e il valore delle azioni da 20 a oltre 200 dollari. “Senza di lui non avremmo toccato il cielo”, ha detto Cook ad agosto, quando Maestri si è dimesso.

Verso Stellantis

Amante degli orologi e dello sci, grande tifoso della Juventus di cui Elkann è presidente, Maestri si è descritto più volte come un perfezionista. Disse a Repubblica che in Apple l’obiettivo era “fare i prodotti migliori al mondo per dare la migliore esperienza ai clienti. Concetti semplici, ma avere l’ossessione per queste cose è difficile: nel corso della giornata ci sono migliaia di occasioni di compromesso. Da noi non si fanno mai”. In un’intervista del 2008 ad Automotive News si è definito un uomo “ostinato” che fissa “standard molto elevati” per se stesso.

Nella stessa occasione indicò tra i suoi maggiori successi professionali la ripresa degli affari di Gm in Brasile. Se dovesse succedere a Tavares dovrebbe fare qualcosa di simile: nell’ultima trimestrale Stellantis ha registrato un calo del 27% dei ricavi e del 20% delle consegne. E dovrebbe gestire la crisi negli stabilimenti italiani: la Fim Cisl ha avvertito che nel 2025, con l’esaurimento della cassa integrazione, saranno a rischio 12mila posti di lavoro negli stabilimenti di Stellantis e almeno altrettanti nelle aziende dell’indotto.

Gli altri candidati

Maestri è tra le tante figure esterne a Stellantis che la stampa ha indicato come possibili sostituti di Tavares. Tra le altre spicca quella di Luca de Meo, amministratore delegato di Renault. De Meo è stato già nell’allora Fiat all’epoca di Sergio Marchionne, tra il 2002 e 2009, come direttore marketing del gruppo e come amministratore delegato di Fiat, Abarth e Alfa Romeo.

I giornali hanno parlato anche di Mike Manley, ex ad di Fca e oggi alla guida di AutoNation, il più grande rivenditore d’auto statunitense, di José Muñoz, che è appena diventato il primo ad non coreano di Hyundai, e di Richard Palmer, ex cfo di Stellantis e appena nominato da Elkann nel comitato esecutivo ad interim del gruppo. Un altro nome è quello di Edouard Peugeot, 40enne che rappresenta la nona generazione della famiglia Peugeot. Ha alle spalle una carriera finanziaria, tra Jp Morgan e la società di gestione degli investimenti di TowerBrook, e ha appena preso la guida della cassaforte di famiglia Peugeot Invest, seconda azionista di Stellantis dopo Exor.

Altri candidati interni al gruppo citati dalla stampa sono Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato di Alfa Romeo, Antonio Filosa, ad di Jeep, Christine Feuell, ad di Chrysler e Ram (azienda di pick-up e veicoli commerciali), Maxime Picat, responsabile degli acquisti e delle forniture, e Doug Ostermann, da pochi mesi direttore finanziario.

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