Chad Richison
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La storia di Chad Richison, il miliardario delle buste paga che trasportava balle di fieno in Oklahoma

Immaginare il domani è difficile. Chad Richison è tra i pochi che ci sono riusciti. Nel 1998 ha fondato Paycom, una delle prime aziende a elaborare le buste paga online. Oggi la sua società è quotata alla borsa di New York ed è un riferimento per un settore essenziale per i milioni di lavoratori che ogni mese attendono di incassare quel che spetta loro. Lavoratori di cui anche Chad ha fatto parte per anni, osservando come la gestione, senza supporti informatici, delle buste paga. Il domani era nei server e Chad lo ha capito prima di tutti, o quasi. Oggi Forbes stima il suo patrimonio in circa 2,5 miliardi di dollari.

La storia di Chad Richison

Come racconta Forbes, l’infanzia di Chad è lontana da uffici, conti e scartoffie. Figlio di un lattaio e di un’assistente dentista, fino a sei anni vive e cresce nella zona sud di Oklahoma City, in un quartiere a basso reddito, prima di spostarsi con la famiglia nella città rurale di Tuttle. A 11 inizia a darsi da fare, cominciando a trasportare fieno per gli agricoltori della zona. A 17 anni ha già guadagnato abbastanza da potersi comprare uno Chevy Viking: pianale saldato sul retro, i suoi compagni di liceo come ‘dipendenti’, Chad riesce a mettere in piedi una piccola impresa in grado di trasportare fino a 1.200 balle di fieno al giorno.

Sul sito di The Giving Pledge, campagna promossa da Bill Gates e Warren Buffet per incoraggiare le persone più ricche a donare la maggior parte della loro ricchezza a cause filantropiche, Richison ricorda così la sua giovinezza in Oklahoma: “Crescendo a Tuttle ho imparato che, se volevo qualcosa, dovevo lavorare sodo per ottenerla. Quell’educazione mi ha insegnato a fare per me stesso e per gli altri, e sono molto grato per questo. Da giovane imprenditore, ho imparato presto che devi lavorare duro, onorare i tuoi impegni e circondarti di brave persone, perché nessuno ottiene risultati da solo. Quella mentalità mi ha messo nella posizione in cui mi trovo oggi”.

La nascita di Paycom

Chad sceglie di frequentare la University of Central Oklahoma, dove ottiene una laurea in giornalismo e una in tedesco. Le lezioni seguite su business e affari sono ben poche. Accetta quindi un primo impiego come venditore per un’agenzia che si occupa di buste paga, prima di passare alla gestione delle risorse umane all’interno della stessa azienda, ricorda il sito specializzato Your Tech Story.

Ancora Forbes, invece, scrive che Chad trascorre due anni e mezzo in azienda, prima di lasciarla per trasferirsi in una società più piccola che si occupa di buste paga a Denver, in Colorado. L’esperienza lontano da casa dura poco: Richison vende la casa che aveva acquistato a Denver, torna in Oklahoma e nel 1998, a 27 anni, chiede un prestito per avviare Paycom.

Dall’Oklahoma a Wall Street

L’intuizione di Richison è che il problema più grande che affliggeva l’industria del libro paga era la mancanza di un database di archiviazione e smistamento: Paycom offre quei servizi a un costo minimo. Nei primi giorni di vita dell’azienda, Chad fa migliaia di telefonate e si muove porta a porta per offrire il servizio. All’inizio ottiene solo risposte negative: nessuno, a Oklahoma City, è disposto a fidarsi di una società locale appena nata.

Così Richison parte e tenta la fortuna in città vicine, dove molti potenziali clienti non hanno nemmeno una connessione a internet. Ricorda: “Sono stato io a mostrare loro che cosa fosse internet. Ne avevano una paura mortale”. Proprio il web ha fatto la fortuna di Paycom, che nel 2013 ha raggiunto il traguardo simbolico dei 100 milioni di entrate. Un anno dopo si è quotata alla borsa di New York.

I risultati economici del 2021 confermano che Paycom e Chad Richison restano un riferimento per il loro mercato. La società ha comunicato infatti che i ricavi totali hanno sfondato il miliardo di dollari, con un aumento del 25,4% rispetto al 2020. I ricavi ricorrenti di 1,037 miliardi sono aumentati del 25,5% e hanno rappresentato il 98,2% dei ricavi totali. L’utile netto è stato di 196 milioni di dollari, contro i 143,5 del 2020. L’ebitda rettificato è stato di 419,3 milioni di dollari, a fronte dei 330,8 milioni di dollari dell’anno precedente. 

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