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Champions League, Juventus e Chelsea a caccia dei quarti e dei bonus. Ma i blues rischiano il crack

Dopo il Paris Saint Germain delle stelle Mbappé, Messi e Neymar, la Champions League regala un’altra eliminazione di spicco. Il Manchester United di Cristiano Ronaldo è caduto in casa contro gli acerrimi nemici dell’Atletico Madrid, più volte puniti nel corso della sua carriera, come ricordano anche i tifosi juventini. Che, tra l’altro, questa sera, saranno chiamati a supportare Madama per evitare la terza eliminazione di fila agli ottavi di finale e volare tra le 8 squadre più forti d’Europa.

Passaggio che, oltre a mancare proprio da quella tripletta segnata da CR7 contro l’Atletico di Simeone, garantirebbe alla società bianconera di incassare 10,6 milioni di euro.

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Champions League: quanto ha guadagnato finora la Juventus

Superando lo scoglio Villareal, la Juventus aumenterebbe a 86,6 milioni di euro i ricavi ottenuti dall’attuale edizione di Champions League. Al momento, infatti, la squadra di Agnelli si è già assicurata 76 milioni di euro, piazzandosi tra le top 10 squadre europee che hanno incassato di più finora, alle spalle di Liverpool e Manchester United che, con l’eliminazione di ieri, non potrà andare oltre i 79 milioni di euro già conquistati. La cifra prevista dal market pool è comunque variabile, in quanto dipende dal cammino delle squadre del proprio paese ancora in corsa. E qui rientra per esempio il Chelsea, impegnato questa sera nella sfida di ritorno contro il Lille.

La variabile Chelsea e le sanzioni del governo inglese

L’oligarca russo Roman Abramovich – aggiunto nel nuovo pacchetto di sanzioni comminate dall’Ue – ha deciso di mettere in vendita il Chelsea per “tutelare l’interesse del club”. Tuttavia la squadra allenata da Tuchel non è stata esclusa dal mirino sanzionatorio del governo inglese, che gli ha concesso una licenza temporanea per continuare a operare e disputare le partite almeno fino a fine stagione. Ma con diverse difficoltà economiche e logistiche: dai ricavi, fino ad arrivare al pagamento degli stipendi, e all’organizzazione degli spostamenti per le partite in trasferta.

Da quanto stabilito dalla licenza, hanno un tetto di spesa di massimo 20mila sterline a partite. Ciò significa no aerei, ma bus o treni, come già previsto per la prossima sfida di FA Cup contro il Middlesbrough. E, soprattutto, per le prossime eventuali sfide di Champions League, dato che, almeno per la sfida di questa sera, lo staff è riuscita ad aggirare l’ostacolo. Il viaggio a Lille, infatti, era stato organizzato prima delle sanzioni.

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I conti della regina d’Europa

Da una parte il Chelsea può quindi continuare a ricevere i i pagamenti legati ai diritti e i premi per le competizioni a cui partecipa, come appunto quelli previsti dalla Champions League. Ma “la licenza non consente al club di intraprendere alcuna nuova attività che possa generare entrate, inclusa la vendita di merchandising. Il negozio fisico e online del club non potranno essere attivi. Questa restrizione non si applica alla vendita di prodotti detenuti da terzi come i rivenditori di articoli sportivi”.

Vedendo, al contempo, congelate le operazioni di calciomercato, a rischio le attuali partnership, e azzerati i proventi dalla biglietteria (la licenza attuale non concede la possibilità di acquistare biglietti nuovi o aggiuntivi). Con l’obbligo però di continuare a pagare i giocatori, i dipendenti, e di sostenere i costi per tasse e assicurazioni.

In sintesi, una situazione abbastanza complessa che, oltre a spaventare i tifosi e allontanare i calciatori, sta mettendo a rischio la solidità finanziaria di quella che al momento è la squadra da battere. La regina d’Europa.

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